Benjamin Zidarich: la magia dei bianchi a macerazione
E questa nostra vita, via dalla folla,trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli,prediche nelle pietre,e ovunque il bene.Tratto da: Come vi piace – As you like itdi William Shakespeare
Un sottile strato di terra rossa ricopre – come pelle – spessi strati di roccia calcarea che testimoniano l’antica presenza del mare che li ha generati. Un mare che oggi, mutato ma pur sempre uguale, continua a far sentire la propria vicinanza influenzando il clima di questa terra e donando profumi e sapidità alla sua aria e ai suoi vini.
È passato quasi un anno dalla mia ultima visita sul Carso ma il ricordo della sua aspra bellezza, dei suoi vigneti e dei suoi vignaioli è sempre vivido e chiaro. Un mondo magico, capace di dar vita a vini nei quali l’uomo, il territorio e il vitigno riescono a esprimersi ciascuno in modo inequivocabile, offrendoci prodotti profondamente diversi ma, nel contempo, indubbiamente figli di queste terre e della loro tradizione enoica. In questi mesi già in altre due occasioni ho scritto, su queste pagine, del Carso (clicca qui) e di un suo altro grande interprete (clicca qui) ma è comunque emozionante cercare nuove parole per raccontare le sempre diverse sensazioni che questo aspro altopiano è capace di offrire. Nulla qui è mai uguale a sé stesso e infinite sono le sfumature dovute alle condizioni pedoclimatiche del singolo vigneto nonché – anzi soprattutto – alle scelte dei produttori che qui, forse più che altrove, hanno saputo osare e sognare reinterpretando la tradizione e/o integrandola con la moderna enologia, in un gioco di equilibri che ne rendono indistinto, e pertanto ancora più intrigante, il confine.
L’Azienda Zidarich: il mosto, le bucce e la pietra
Si avvicinano i 30 anni di attività come produttore per Benjamin Zidarich ma l’entusiasmo nella sua voce, e il giusto orgoglio nei suoi occhi, lo fanno sempre sembrare un adolescente che racconta i suoi primi successi e i suoi molti progetti. Progetti concreti, ragionati e accuratamente motivati ma pur sempre pervasi dalla voglia di andare sempre un po’ più in là, di capire, di sperimentare, nella speranza di raggiungere quel non so che di ineffabile che possa ancora meglio esprimere, nel bicchiere, la sua idea di vino. L’idea iniziale è all’apparenza semplice: valorizzare la tradizione in vigna, e in cantina, eliminandone i limiti mediante l’estrema cura lungo tutte le fasi di produzione al fine di ottenere, in modo totalmente naturale, quella pulizia, quella complessità e quella longevità che oggi caratterizzano i grandi vini, a prescindere dalle filosofie e dai metodi produttivi. Ecco allora che tutti i suoi vini – sia da bacche rosse sia da bacche bianche – sono prodotti con vinificazioni in rosso, all’interno di materiali, legno o pietra, in grado di contribuire a controllare la temperatura di fermentazione; ecco ancora la rinuncia alle filtrazioni e alle chiarifiche e l’utilizzo esclusivo di lieviti indigeni, il tutto affiancato da frequenti follature – fino a tre o quattro al giorno – per controllare l’acidità volatile.
Le vigne sono allevate, nell’assoluto rispetto dell’ambiente, a guyot e ad alberello e sono composte, in larghissima maggioranza, dai vitigni più tipici del Carso: Vitovska, Malvasia Istriana e Terrano; a questi vigneti si affiancano piccole superfici coltivate a Sauvignon blanc e Merlot.
Un racconto a parte merita la nuova cantina, inaugurata nel 2009 dopo quasi otto anni di lavoro: totalmente scavata nella roccia dando vita a una serie di camere e passaggi più o meno stretti, questi locali, che si trovano tra i 15 e i 20 metri di profondità, sono arricchiti da giochi di luce e il visitatore si sente in bilico tra la sensazione di visitare una grotta e l’impressione di trovarsi in un tempio dedicato al vino e alla sua cultura.
Le pareti, in molti tratti sapientemente lasciate irregolari e con la roccia a vista, aumentano ulteriormente il fascino di questo luogo dove il vino sembra sgorgare più che essere prodotto. Un’ultima, ma non certo per importanza, precisazione: in linea con l’estrema cura all’ambiente che caratterizza questa Azienda fin dalla sua nascita nel 1988, mi fa piacere segnalare che tutta la roccia scavata per la costruzione della cantina è stata riutilizzata e che nulla è andato sprecato.
L’Azienda Zidarich attualmente può contare su una superficie vitata di circa 8ha che le consentono di produrre circa 28.000 bottiglie l’anno. Una produzione decisamente limitata sopratutto se messa in relazione all’elevata densità di impianto che, in molte vigne, raggiunge i 10.000 ceppi per ettaro: un’ulteriore dimostrazione delle difficoltà di produrre vino in queste terre e dell’estrema cura messa da Benjamin in ogni momento del proprio lavoro.
Zidarich – Malvasia – Venezia Giulia Igp – 2012 – L. LM614
Il color oro, appena leggermente velato, di questa Malvasia Istriana ci introduce nel mondo di questo vino e del suo produttore: un mondo di macerazione sulle bucce, di fermentazione e affinamento in legno grande e di ricerca estenuante della piena espressione del vitigno e del territorio.
Il risultato è un vino che si presenta al naso coinvolgendomi in una ricerca quasi ossessiva di nuovi profumi, tale è la sua complessità e la sua capacità di evolvere col tempo nel bicchiere. L’apertura – decisamente floreale – mi riporta immediatamente alla mente la camomilla e i fiori gialli ma la frutta, anch’essa gialla, segue immediatamente con le sue note ancora fragranti; il seguito è un girotondo di sentori che compaiono, scompaiono, ritornano e si inseguono: bergamotto, tè nero, cedro e arancia canditi, zafferano, miele di castagno e gherigli di noce. Il territorio è ben percepibile nelle sensazioni minerali di roccia arricchite da note quasi fumé; a chiudere un panorama olfattivo, che per una volta non ho dubbi nel definire sontuoso, ecco comparire un’elegante verticalità riconducibile alle erbe aromatiche e all’eucaliptolo.
L’ingresso in bocca è ampio, grasso e ricco: l’ottimo corpo è sorretto da una gradevole freschezza e da una struttura tannica piacevole e perfettamente ammantata dalle morbidezze di questa Malvasia che, anche in virtù della sua lunga persistenza, rappresenta in modo magnifico questo eccezionale vitigno proposto in una delle sue più tradizionali interpretazioni.
Degustazione del 31 dicembre 2015
Zidarich – Vitovska – Venezia Giulia Igp – 2012 – L. LV614
L’oro antico di questo vino, impreziosito da una bella luce certo non resa meno suggestiva dalla leggera velatura, anticipa le note di frutta gialla matura e disidrata che giungono al mio olfatto non appena avvicinato il calice al naso. La nota “rocciosa” e i sentori di erbe officinali, prevalentemente timo e rosmarino, mi ricordano, qualora ve ne fosse bisogno, che sto degustando una Vitovska ottenuta da viti che hanno lottato con la pietra per sopravvivere. A seguire, un susseguirsi di sensazioni: chinotto, tè nero, fiori di tiglio, eucaliptolo e miele di castagno completano un bouquet di ottima finezza, armonia e complessità.
In bocca, questo vino si presenta di corpo, giustamente tannico e di ottimo equilibrio grazie alle morbidezze che ne integrano e ingentiliscono gli aspetti più “spigolosi” dando così vita ad un unicuum di ottimo equilibrio e piacevolezza di beva. La lunga persistenza e la chiusa amaricante, che riporta al tamarindo, permettono di prolungare il piacere di questo assaggio in attesa del sorso successivo.
Degustazione del 6 marzo 2016
Zidarich – Vitovska Kamen- Venezia Giulia Igt – 2013 – L. V515
Kamen, ovvero, pietra, a ricordare come questa Vitovska compia la sua fermentazione con macerazione in tini di pietra, un materiale particolarmente adatto a mantenere sotto controllo la temperatura del mosto.
Il vino che ne deriva, pur apparendo molto simile al precedente alla vista, mostra importanti differenze per quanto riguarda il suo panorama olfattivo; è importante sottolineare – per completezza – che questa Vitovska Kamen, oltre alle differenze sopra riportate, è anche figlia di un’altra annata rispetto al precedente assaggio. Al naso, apre con inusuali sentori di uva fragola che, col tempo, lasceranno spazio a note di di albicocca disidratata nonché a sensazioni minerali “rocciose”. Al trascorrere dei minuti, il suo bouquet evolve nel bicchiere regalando profumi di torta di mele, cannella ed erbe aromatiche; per via retronasale, si percepiscono chiaramente eleganti ricordi salmastri. Al gusto, si presenta asciutta, netta ed elegante con un attacco diretto, nel quale sembrano prevalere freschezza, sapidità e tannini ma, immediatamente, il Kamen trova il proprio compiuto equilibrio in virtù del buon corpo e della sua morbidezza; decisamente lunga la persistenza.
Degustazione del 15 maggio 2016
Zidarich – Prulke – Venezia Giulia Igp – 2012 – L. LP614
Ottenuto dall’omonima vigna da uve Sauvignon blanc (60%), Vitovska (20%) e Malvasia Istriana (20%), questo vino si presenta nel calice di un magnifico e luminoso color oro antico cristallino. Il naso di questo Prulke riesce perfettamente a coniugare finezza e complessità, regalandoci momenti di vero piacere fisico e spirituale. Appena versato, dal bicchiere emerge nitido il profumo dei fiori di ginestra al quale, col tempo, vanno ad aggiungersi sentori torta di mele, pesca, ananas sciroppato e bergamotto oltre alla caratteristica nota “rocciosa” e alle sensazioni di mentuccia – tipica del Sauvignon blanc – e di erbe provenzali; col trascorre di altri minuti, il già ampio panorama olfattivo si completa con sensazioni di zenzero e zafferano.
All’assaggio, colpisce per piacevolezza, complessità ed eleganza; l’ottimo corpo e l’avvolgente rotondità sono il perfetto contraltare di una più che spiccata sapidità oltre che di un’evidente freschezza e di una tannicità piacevole e mai aggressiva.
Degustazione del 5 giugno 2016
Az. Agr. Zidarich
Loc. Prepotto, 23
Duino Aurisina – (TS)
info@zidarich.it
www.zidarich.it