• Ven 14 Mar 2025

Il fascino dei profumi: i Ruchè di Luca Ferraris

Se altri spiriti veleggiano
sulla musica, il mio sul tuo profumo,
o dolce amore, naviga.
Tratto da “I Capelli” di Charles Baudelaire

Non so cosa pensasse Luca quando poco più che ventenne decise – nell’ormai quasi lontano anno 2000 – di recuperare l’attività del nonno ricominciando a produrre vino a Castagnole Monferrato (AT). Credo che i suoi pensieri rappresentassero quella magica miscela di spirito imprenditoriale, giovanile incoscienza e amore per la terra che ha spinto negli ultimi due decenni sempre più giovani a ritornare all’agricoltura e all’allevamento. La terra è un valore in sé, rappresenta la fonte prima della nostra vita biologica, intellettuale ed emotiva: la terra può essere coltivata ottenendo così i suoi frutti. A Castagnole Monferrato questi frutti si chiamano Barbera, Grignolino e – sopra ogni altro – Ruchè.

Ho assaggiato per la prima volta il Ruchè di Luca Ferraris durante una cena in un ristorante in Monferrato: è stata l’unica vera e profonda emozione di un pasto che – nonostante le premesse – si rivelò grigio e anonimo ma, tutt’oggi, mi ricordo il momento in cui avvicinai il bicchiere al naso e decisi – immediatamente – che avrei dovuto conoscere l’uomo che sapeva creare quel vino.

Ho visitato la sua Azienda, ho parlato con lui e ho nuovamente assaggiato i suoi vini: nessuna delusione, nessuna speranza rimasta disattesa ma tanto stupore. Lo stupore di trovarsi davanti un Imprenditore (la maiuscola è voluta, N.d.A.) rimasto fedele a sé stesso, nonostante gli indiscutibili risultati di critica e di vendite nazionali e internazionali, capace di coniugare gli aspetti economici con la qualità senza mai fare il passo più lungo della gamba e – cosa sempre più rara – senza farsi tentare dai facili guadagni.

Un Imprenditore che mi ha portato a visitare tutta la sua “fabbrica”: le vigne, la vecchia cantina in centro a Castagnole Monferrato, scavata nella Pietra da Cantoni, dove tutto è cominciato – e dove oggi ha sede un suo piccolo museo oltre ad un altrettanto piccolo wine shop aziendale – e la nuova cantina, dove oggi nascono i suoi vini utilizzando sapientemente gli antichi saperi e le nuove tecnologie.

Castagnole Monferrato: il cuore del Ruchè

Piccolo comune di meno di 1300 abitanti in provincia di Asti, Castagnole Monferrato sorge su suoli sabbiosi alternati a lenti rocciose costituite da arenarie e calcareniti facenti parte – nel loro complesso – del ben più ampio Bacino Terziario Piemontese. Queste porzioni rocciose sono costituite da una particolare pietra – detta Pietra da Cantoni – che tanto ha inciso sull’architettura tradizionale del basso Monferrato; la pietra è sostanzialmente composta da marne arenacee talvolta con significative presenze calcaree oppure da calcari organogeni di colore giallastro.

Il territorio del comune è prevalentemente collinare e il paese sorge a circa 200m di quota. Il clima del Basso Monferrato è di tipo temperato suboceanico con estati calde, durante le quali le temperature possono raggiungere i 35°C, e inverni freddi; la temperatura media annua è di circa 12°C. La piovosità è piuttosto contenuta con una tendenza alla siccità estiva: il valore annuo totale è compreso fra i 500 e gli 800mm, con i valori più bassi osservati nella porzione più meridionale dell’area.

Il Ruchè: storia e caratteristiche di un grande vitigno autoctono

Poco è noto sulle origini del vitigno Ruchè anche se pare essere ormai accertata la sua origine proprio in questo territorio. In Piemonte, al di fuori del territorio di produzione del vino Ruchè di Castagnole Monferrato Docg, questa varietà è sporadicamente presente nella confinante provincia di Alessandria, dove è nota con i sinonimi Moscatellina o, più raramente, Romitagi.

La più antica citazione scritta di questo vitigno pare essere quella del conte Giorgio Gallesio, che osservò un Moscatellino a Valenza Po (AL) nel 1831;anche Giuseppe Acerbi, in verità, nel 1825 riportò tra le uve coltivate “nel Circondario di Valenza” un Moscatello raro, ma non si è certi della corrispondenza fra questa varietà e il Ruchè. Il nome attuale compare nel 1834 – sempre per merito di Gallesio – il quale descrive una varietà di vite, “detta Roché”, a Portacomaro (AT), uno dei comuni attualmente ammessi alla sua produzione.

La storia e la rinascita del Ruchè si deve a Don Giacomo Cauda che, da appassionato prete contadino, iniziò il recupero e la vinificazione moderna e in purezza di quest’uva arrivando, negli anni ’70 dello scorso secolo, a produrre il “Il Ruchè del Parroco” dalle vigne di pertinenza della Parrocchia.

Nel 1987 nacque la Doc Ruchè di Castagnole Monferrato che fu poi elevata a Docg nell’ottobre 2010: i punti salienti del disciplinare ne prevedono la produzione nei soli comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi – tutti in provincia di Asti – a partire da un minimo del 90% di uve Ruchè. Le vigne devono essere situate a quote non inferiori a metri 120 s.l.m. e non superiori a metri 400 s.l.m.; è ammessa la menzione di vigna.

Nel corso di questo primo scorcio di terzo millennio si è assistito a una costante crescita delle superfici vitate a Ruchè, che sono passate dai soli 26ha del 2000 ai 123ha del 2013 pari a 624.327 bottiglie da 0.750l prodotte (dati Valoritalia).

Le caratteristiche

La foglia adulta è medio-piccola, più larga che lunga, trilobata o quinquelobata, con la pagina inferiore glabra ad eccezione di qualche setola alla ramificazione delle nervature. Il grappolo a maturità è medio-grande o grande, di forma cilindrico-allungata, con ali ben sviluppate. È un’uva caratterizzata dall’essere mediamente spargola nella parte prossimale, per divenire più compatta in quella mediana e distale. Il grappolo ed è costituito da acini medio-piccoli di forma sferoidale o ellissoidale corta, caratterizzati da buccia molto pruinosa, di colore blu-nero violetto; il sapore è lievemente aromatico.

Negli anni 2009, 2010 e 2011, sono state svolte alcune ricerche sulle caratteristiche chimiche e gusto-olfattive di vini ottenuti da uve Ruchè coltivate a Carpeneto (AL). Tali vini si sono mostrati di colore rubino intenso con forti riflessi violacei, con bouquet complessi caratterizzati da sensazioni floreali, riconducibili alla rosa e alla violetta, fruttate, principalmente ciliegia e piccoli frutti di bosco, e speziate. Nel complesso, questi Ruchè si sono contraddistinti per un’acidità moderata nonché per un soddisfacente corpo abbinato ad un’idonea morbidezza e a una lunga Persistenza Aromatica Intensa.

L’Azienda Ferraris Agricola

L’Azienda di Luca Ferraris nasce nell’anno 2000, riprendendo l’attività di nonno Martino, e attualmente raggiunge una produzione di oltre 180.000 bottiglie di cui circa 100.000 di Ruchè Docg. La svolta commerciale per l’Azienda avvenne quando si avviò l’esportazione verso gli Stati Uniti tramite Bonny Doon Vineyard di Randall Grahm; con gli anni altri mercati importanti hanno aperto le porte a questi prodotti quali, ad esempio, il mercato cinese.

Le vigne insistono sia su suoli sabbiosi sia su suoli calcarenitici: le seconde tendono a dare vita a vini dai profumi meno intensi, più fini e di maggior struttura; tutte le vigne sono comprese fra i 230 e i 280 metri di quota.

Le degustazioni

Luca Ferraris – Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2013 L. 02 14014

Ottenuto da uve provenienti da vigneti esposti a sud – ovest, questo Ruchè è prodotto mediante una fermentazione della durata di una quindicina di giorni all’interno di tini di rovere da 54hl dove rimane a riposare per circa sei dopo la conclusione della fermentazione.

Queste poche informazioni tecniche – che ritengo comunque corretto fornire – non sono però certo in grado di comunicare la vera essenza di questo vino, fatta di profumi che si rincorrono, di momenti fugaci che compaiono e scompaiono per poi riaffacciarsi timidamente dal bicchiere in un sottile gioco di seduzione. Il colore rubino mostra evidenti sfumature granato animate, a dispetto della tonalità, da una luce viva e giovanile. Al naso si è disorientati dall’intensità, dalla complessità e dalla finezza dei profumi. La tipicità del Ruchè si esprime immediatamente nei sentori di amarena, rosa appassita e pepe bianco seguiti, ancora a bicchiere fermo, da note di chiodi garofano e di mora.

Una lieve rotazione, un breve profondo incontro tra vino ed aria ed ecco aggiungersi, al già ricco bouquet, profumi di incenso e un’intrigante mineralità che riporta alla mente la grafite; col tempo emergono eleganti note di polvere di caffè e i primi sentori di cuoio.

In bocca questo vino rivela buon corpo e giusta tannicità confermando, per via retronasale, l’ampiezza e l’intensità del panorama olfattivo; più che soddisfacente la persistenza.

Luca Ferraris – Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2012

Rispetto al 2013, il 2012 si presenta con una veste più giovanile sin dal colore che mostra in modo meno evidente le sfumature granato. Il naso conferma quanto descritto dalla degustazione sopra riportata, differenziandosi solo in virtù di qualche nota meno evoluta quale – ad esempio – i profumi di rosa fresca e l’assenza dei primi sentori di cuoio.

Luca Ferraris – Ruchè di Castagnole Monferrato Doc 2003

In queste pagine è raro che decida di descrivere vini di ormai difficilissima reperibilità, ma ritengo che questa bottiglia, degustata durante la visita in cantina nella primavera 2014, debba rappresentare una dovuta eccezione, come è d’obbligo quando la realtà supera le più sfrenate speranze e un vino raggiunge direttamente il cuore. Lasciato maturare in legno grande, questo Ruchè 2003 si presentava nel bicchiere ancora color rubino, segno di una perfetta conservazione e di una gioventù non ancora sopita. Il naso esprimeva finezza e complessità, maturità e gioventù rappresentando un unicum di non comune eleganza. Il bouquet, sostenuto da intensi sentori di frutto rosso maturo, era impreziosito da note di spezie dolci, fiori rossi appassiti e liquirizia; al passare dei minuti, a questo già ampio panorama olfattivo ecco aggiungersi profumi di cuoio, prugna secca e mallo di noce. In bocca colpiva per ampiezza e finezza, nonché per la trama tannica e la freschezza ancora ben presenti e ottimamente rivestite da un buon corpo e da una corretta morbidezza.

Luca Ferraris – Opera Prima – Ruchè di Castagnole Monferrato 2011 Bott. n° 610 /6100

Un vigneto che guarda a Meridione su suoli sciolti e ricchi di calcare: ecco dove nascono le uve di Ruchè con le quali Luca produce questo vino mediante una lenta fermentazione in grandi botti di rovere e un periodo di riposo di 24 mesi in tonneaux di secondo passaggio.

Opera Prima nel bicchiere si mostra di un intenso colore granato impreziosito da vividi riflessi rubino. Il naso – nel quale la finezza prevale decisamente sull’intensità – regala note di ciliegia matura, mora, frutta rossa sotto spirito e uva fragola oltre a eleganti sentori di rosa appassita. In bocca è molto caldo, rotondo e di corpo sostenuto da un corretta freschezza e da una struttura tannica di grande eleganza e avvolgenza.

Luca Ferraris – Sole – Vino da Tavola Rosso Ottenuto da Uve Stramature – 2010

Ottenuto da uve Ruchè appassite su graticci in locali termoventilati, questo vino, affinato per un lungo periodo in legni piccoli, coniuga il fascino di alcuni dei profumi caratteristici di questo vitigno con quelli derivanti dal lento appassimento delle uve.

L’osservazione del suo color granato non molto intenso ci accompagna mentre solleviamo il bicchiere al naso. I suoi profumi ci riportano al fico secco, all’uvetta sultanina appassita e ai datteri secchi; nel loro insieme questi sentori sono sostenuti dal frutto rosso sotto spirito che, unitamente a soffuse note di caramello, dà vita a un bouquet fine ed armonico. In bocca l’evidente dolcezza è equilibrata dalla ben presente acidità e da tannini lievi ma gradevoli; degna di nota la persistenza.

Tutte le degustazioni – ad eccezione del Luca Ferraris 2003 – si sono svolte nel mese di luglio del 2014

Ferraris Agricola
S.P. 14 Localitá Rivi, 7
Castagnole Monferrato 14030 (AT)
info@lucaferraris.it
www.lucaferraris.it
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