La montagna, l’uva e il coraggio
Fin dove può arrivare la passione? Quali azioni possono essere compiute da una persona che creda fermamente in un’idea? La storia è piena di esempi di imprese eroiche compiute in nome di un’ideale alto e nobile, ma quanto piccole storie di passione sarebbero degne di essere narrate e rimangono invece nascoste ai più, sempre maggiormente distratti da finti eroi e falsi miti. Quella che voglio raccontare oggi è una storia così..piccola ma grande nello stesso tempo..una storia di amore per la propria terra, per l’ambiente e per le tradizioni, la storia di una piccola Doc Piemontese – la Doc Ramìe – e dell’uomo che sta lavorando per mantenerla viva: Daniele Coutandin.
Il territorio
Note prevalentemente per gli sport invernali, le valli Chisone e Germanasca si uniscono – o meglio la seconda confluisce nella prima – nei pressi dell’abitato di Perosa Argentina, uno dei due comuni che, insieme a Pomaretto, danno origine alla Doc Ramìe. Il regime pluviometrico è di tipo prealpino con assenza di mesi secchi e con temperature medie annue comprese tra 7 e 9°C e 4-5°C durante i mesi freddi; alcune piccole porzioni di territorio, però, godono di microclimi decisamente favorevoli tanto da ospitare popolazioni spontanee di piante di climi caldi quali opunzie e capperi.
La morfologia di tutta l’area è legata alle vicende tettoniche dovute all’orogenesi alpina ed è caratterizzata da un susseguirsi di valli strette e pianure alluvionali di limitata estensione e di versanti acclivi e fortemente incisi, con una orientamento della pendenza generalmente degradante verso est‑sudest (Pinerolo): le quote massime, infatti, si osservano nella parte nordoccidentale dell’area (Monte Albergian, 3.013m s.l.m.). I basamenti rocciosi sono spesso ricoperti da una coltre di materiale detritico proveniente dalla disgregazione delle rocce sovrastanti. Questi tipi di sedimenti presentano un’elevata erodibilità e permeabilità, forti pendenze, suolo sottili e superficiali e bassa capacità di ritenzione idrica.
I pochi vigneti rimasti sono localizzati prevalentemente nella bassa Valle Germanasca su terrazzamenti con esposizioni a mezzogiorno; alla fine del secolo scorso la loro estensione totale era pari a solo 2,8ha.
La viticoltura nelle valli Germanasca e Chisone
La coltivazione della vite in queste valli è accertata da fonti documentarie a partire dal Medioevo; numerosi documenti, infatti, certificano i danni dovuti alle avversità atmosferiche già dal 1305. Il ritrovamento di vinaccioli in presso il sito di Vislario in Valle Orco per l’età del Bronzo (circa 1000 a.C.) fanno, però, ritenere probabile la presenza della viticoltura in Val Germanasca già da prima della conquista romana nel I secolo a.C., probabilmente a partire dal 600 a.C. per merito dei greci di origine focese provenienti dalla zona di Marsiglia.
La coltivazione della vite continuò tra numerosi alti a e bassi tanto che, nel 1701, un documento relativo a Villar Perosa riporta che “Le vigne sono talmente miserabili che in tutte non daranno più di carra cinque in tutto il finaggio per essere distrutte“. Nel 1808, però, Don Giuseppe Sallen scrive, parlando della Val Germanasca “…. non c’è un palmo di terra che rimanga incolto, non c’è un cantuccio cui non si sia giunto per domandargli un poco del benefico liquore di Noè… E questo spettacolo si prolunga indefinitamente da Pomaretto, Blegier, la Toura, Villasecca, Chiotti, Trossieri, Perrero fino agli ultimi campicelli di Pomeifrè e di Richepanse dove ci possa essere la speranza che cresca un grappolo d’uva...”
Si arriva così agli anni ‘20 – ‘30 del secolo appena concluso quando in zona giunse la fillossera. In quegli anni a Pomaretto i vigneti occupavano buona parte dei ripidi versanti est, sud-est e sud da 700 a 1000 metri circa di altitudine. La coltivazione della vite subì un tracollo da cui non si sarebbe sostanzialmente più ripresa divenendo infine una attività di nicchia di pochi appassionati vigneron o praticata ad uso esclusivamente famigliare.
Il vino Ramìe ha ottenuto la Doc nel 1996; i punti salienti del suo disciplinare di produzione sono i seguenti:
1. La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei vini atti ad essere designati con la denominazione di origine “Pinerolese” accompagnata dalla menzione tradizionale “Ramìe” comprende l’intero territorio dei Comuni di Pomaretto e Perosa Argentina;
2. La denominazione di origine “Pinerolese Ramìe” è riservata al vino rosso ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi la seguente composizione: Avanà 30%, Avarengo minimo 15%, Neretto minimo 20%; possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca di colore analogo non aromatici da soli o congiuntamente per un massimo del 35%.
Daniele Coutandin e la sua Azienda
In Borgata Ciabot di Perosa Argentina, la famiglia Coutandin abita in una deliziosa antica casa arroccata sul versante della montagna. L’ospitalità risulta subito cordiale e schietta come è tipico delle genti di montagna abituate a dipendere, da secoli, gli uni dagli altri per la sopravvivenza in un ambiente magnifico ma di grande severità. Daniele abita lì insieme alla moglie musicista e ai genitori Laura e Giuliano. Fu proprio Giuliano a iniziare, nel 1995, a sessant’anni e dopo una vita trascorsa in fabbrica, l’attività di vigneron nella speranza di salvare quelle tradizioni e quei saperi che il mondo moderno stava sempre più seppellendo nell’oblio. Daniele non poteva che seguire la via aperta qualche anno prima dal padre e, licenziatosi dopo alcuni anni in fabbrica, iniziò a dedicarsi completamente alla vigna. Un impegno gravoso: i terrazzamenti da mantenere quando non da ricostruire, le viti da potare – a guyot e alberello- la vendemmia e la cantina. La viticoltura della Val Germanasca è l’emblema stesso della viticoltura eroica: pendenze impressionanti (dal 40 al 90%), stretti passaggi che collegano i terrazzamenti lungo i quali trasportare, a mano, le cassette con l’uva vendemmiata, piccoli appezzamenti talvolta su montagne diverse che costringono a lunghi spostamenti anche solo per un breve controllo. La sua Azienda è piccola: 0,8 ettari vitati e 1800 bottiglie prodotte annualmente, imbottigliate ed etichettate praticamente a mano. Coltiva solo vitigni autoctoni: Avanà, Avarengo, Neretto (ora Chatus), Bequet, Lambrusca Vittona, Berla grossa, Verdesse (localmente chiamata Bian ver), Montanera di Perosa, Barbera, Dolcetto, Freisa, ecc…
Le vigne sono coltivate senza l’uso di fitofarmaci sistemici e sono allevate a guyot basso e alberello; per le varietà con bassa fertilità basale è utilizzato anche il sistema dall’allevamento tradizione “ad archetto” intorno al singolo palo; i vigneti sono completamente inerbiti.
La degustazione:
Pinerolese Doc Ramìe 2009 13,5% vol.
Il rosso porpora intenso di questo Ramìe lascia presagire un vino ancora nervoso, vivo e con numerosi anni di vita davanti a sé. I profumi – schietti, intensi e fini – sono di ciliegie e prugne sotto spirito, violetta, pepe nero, accompagnati da note balsamiche e sentori di sottobosco. In bocca è caldo, rotondo, di corpo nonché ancora fresco e tannico con una tessitura fine e gradevolmente ruvida; per via retronasale conferma i profumi e i sentori
Barbichè Vino rosso 2009 13,5% vol.
Questo vino, ottenuto con circa il 60% di uve barbera provenienti da vigne molto vecchie unite a numerose altre varietà autoctone, è prodotto solamente nelle annate migliori e viene maturato prima in acciaio o poi in barriques usate per almeno tre anni. Il colore è porpora molto intenso e il naso – schietto, molto intenso, fine e complesso – esprime nettamente le caratteristiche varietali del barbera. È caratterizzato, infatti, da profumi di amarena e ciliegia sotto spirito, accompagnati da note di speziate e balsamiche nonché da sentori di sottobosco; col tempo ci regala note di cacao e vaniglia che tradiscono – arricchendone il bouquet – il sobrio passaggio in legno piccolo. In bocca si rivela di gran corpo, caldo, rotondo e giustamente tannico; veramente di grande durate la Persistenza Aromatica Intensa.
L’Azienda produce anche un limitatissimo numero di bottiglie numerate di grappa (168 nel 2009) ottenuta dalle vinacce di Ramìe distillate presso la distilleria Beccaris Elio (www.distilleriabeccaris.it). Si tratta di un distillato secco e pulito (45% vol.), di non facilissima beva ma capace di donare grandi soddisfazioni ai palati degli amanti della grappa “old style”.
Coutandin Daniele
Borgata Ciabot, 12
10063 Perosa Argentina (TO)
Cell. 3384416627
ramie.coutandin@alpimedia.it