• Gio 24 Apr 2025

L’intervista impossibile: Mario Soldati

Perché tanti oggi si appassionano al vino? O meglio, perché tanto interesse intorno al mondo del vino, alle sue denominazioni, caratteristiche, origini, etichette e abbinamenti?

È conseguenza di un ritorno al rispetto del cibo e della tavola oppure è un piacere autonomo, una curiosità con sfumature intellettuali o snobistiche? È un’altra evasione rispetto al furore del mondo in cui viviamo? Non posso, non spetta a me rispondere, in generale, a queste domande .

Da una panoramica sul boom di Blog e di portali su questo tema, parallelamente a quello della cucina, qualcosa si potrà, però, anche ricavare o, almeno, intuire.

Il punto è che la cucina, gira e rigira, finisce sempre in ricette: anche se i vari Blog e siti potranno approfondire maggiormente l’aspetto storico, la ricerca delle linee di un costume, di un ambiente, di una evoluzione, la conclusione sarà sempre un piatto pratico, esecutivo, alla portata di tutti, o quasi.

Col vino, invece, o si va sul piano letterario – anche in poesia c’è una tradizione universale, in questo senso – oppure si entra in questioni di competenza, di tecnica, di esperienza, più o meno vulgata, ma sempre di un certo livello, che impegna i neofiti.

Allora perché non tentare di capire “Il Vino?”

Il vino, secondo Mario Soldati.

Raccontare, o parlare, di Mario Soldati non è cosa semplice, allora perché non inventarsi un’intervista?

Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906-Tellaro 19 giugno 1999)

Chi era? Giornalista, scrittore, regista, sceneggiatore. L’elenco è assai lungo, ma pochi sanno che gli fu conferita la medaglia d’argento al Valor Civile il 28 ottobre 1922, dove è posta una targa ai Murazzi del Po a Torino, con le seguenti parole ” Qui il 17 marzo 1922 / un giovanissimo Mario Soldati (1906-1999) / esempio di coraggio ed altruismo ai giovani di ogni tempo / trasse in salvo dalle acque del fiume Po / un coetaneo in pericolo di vita / meritando la medaglia d’argento al merito civile “

Caro Mario, se dovessi rinunciare al fumo o al vino, quale scelta faresti fra i due?

È un grande problema. Piuttosto rinuncerei al vino, anche se è il fumo che mi fa più male.

Ritengo che sia più facile moderarsi nel bere che nel fumare.

Se vieni a conoscenza che un tuo amico non beve, rimani male?

Devo ammettere di si.

E anche se non fuma.

L’uomo deve avere i vizi per essere virtuoso; deve fare tutto, in questo modo è più facile capire gli altri e noi stessi.

È li seduto e mi incoraggia a fargli le domande.

Quale rapporto vedi tra il vino e l’amicizia?

È l’amicizia che deve invitare a bere.

L’amicizia deve essere preesistente, se è provocata dal vino può essere ingannevole, non dimentichiamo che il vino è una droga che va dosata.

Non bevo volentieri con chi non conosco e nemmeno da solo.

Se tu fossi al governo, come cercheresti di garantire la genuinità del vino e come invoglieresti gli italiani a bere?

Aiuterei gli agricoltori in modo che il loro prodotto diventi remunerativo; ma dovrebbe essere solo genuino, fatto con uve del posto, ogni nostra collina può dare un grande vino.

La più grande riforma dovrebbe essere quella della botte, che poi è un ritorno all’antico.

Via le bottiglie con le etichette, il vino si compra in botte e si spilla dalla botte di volta in volta.

Mario, dimmi: quando vai in cerca del vino, lo fai per conoscere gli uomini o viceversa?

Risponde senza esitazione: vado per conoscere il vino e necessariamente conosco gli uomini.

Perché il vino è un prodotto umano.

È ancora seduto in poltrona, ma già si sta agitando, mi dice che non può stare fermo quando gli fanno delle domande; gli chiedo : quale importanza ha il vino nella tua vita e nel tuo lavoro?

Il vino come argomento mi interessa perché è un momento ecologico del mondo: “risponde” poi non c’è la fa più. Balza dalla poltrona e accalorandosi aggiunge “il mondo sta andando in malora, ma bisogna salvare il vino, noi stiamo sciupando un patrimonio meraviglioso con le nostre furbizie. È sempre più difficile trovare vino genuino con tutte queste etichette sulle bottiglie.

Mario, un ultima domanda: se la Rai trasmettesse i tuoi reportage, ti farebbe cosa gradita?

Sorridendo, e con il suo sigaro in bocca, risponde “certo che si”.

Soldati non si è nascosto dietro una maschera, il suo modo di vivere era quello di un uomo che amava la vita nel brutto come nel bello.

Nei suoi personaggi c’è sempre una parte di se stesso; le sue debolezze sono trasparenti ma, quando parla di vino, Soldati rivela tutto il suo carattere; la gioia quasi infantile di avere un giocattolo nuovo fra le mani, l’amore per le cose semplici, il culto dell’amicizia.

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