Lo Jura: la terra della viticoltura gentile
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Augusto Gentilli
- Ven 20 Gen 2023
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Lo Jura è un territorio sano e vitale nel quale uomo e natura, vigneti e campi, borghi e boschi hanno saputo crescere in armonia mantenendo praticamente intatte la propria anima e la propria bellezza
C’era una volta, in un paese lontano lontano, una principessa….
Molte storie della nostra infanzia iniziano con queste parole e sono state così tante da essersi impresse nella nostra mente come sinonimo di regni incantati di prati, boschi e di una vita arcadica fatta di bellezza, semplicità e ospitalità. Lo Jura, nell’estrema porzione orientale della Francia, è – certamente – uno di questi regni: un ininterrotto susseguirsi di colline verde smeraldo, pareti rocciose, torrenti cristallini, piccoli e deliziosi borghi – capaci di esprimere l’immaginario collettivo di “Francia” più di tutte le guide del mondo – e vigneti che si inseriscono nel paesaggio senza aggredirlo ma, al contrario, arricchendolo di fantastiche geometrie.

Storia e geografia dello Jura
Il Dipartimento dello Jura prende il nome dal massiccio dello Jura (Giura in italiano); è uno degli otto dipartimenti della regione Borgogna – Franca Contea e appartiene alla regione storica e culturale della Franca Contea.
La storia
Il territorio dello Jura è stato abitato fin dal Neolitico, ovvero all’incirca dal 4.000 al 750 a.C. dando vita, ad esempio, alle importanti civiltà palafitticole dei laghi di Chalain e Clairvaux-les-Lacs.
A partire dal V secolo a.C., il territorio è stato occupato da un popolo gallico, i Sequani; dopo la conquista da parte di Giulio Cesare, nel territorio la civiltà gallo-romana si sviluppò principalmente a nord-ovest del fiume Ain, tra Lons-le-Saunier e Salins-les-Bains, oltre che nella pianura agricola di Dole. I primi riferimenti scritti ai vini di queste terre è presente in uno scritto di Plinio il Giovane a testimonianza dell’antica origine della vitivinicoltura tra queste colline.
Nei secoli, questa porzione di Francia fu oggetto, come spesso è accaduto in moltissime altre regioni, di momenti di splendore seguiti da altri di declino che non poterono non ripercuotersi sulla coltivazione della vite e sulla conseguente produzione vinicola.

È nel 1732, però, che troviamo il primo passo dei vini dello Jura nella modernità grazie a un decreto che limita i vitigni autorizzati ponendo, in tal modo, le prime basi di una vitivinicoltura di qualità. A seguito di questo primo intervento normativo, che provocò purtroppo anche la scomparsa di numerose varietà non autorizzate, nel 1774 fu pubblicata una lista di 14 varietà idonee alla coltivazione e alla conseguente produzione di vini di qualità. In seguito, nel periodo compreso fra la Rivoluzione Francese e la fine del XIX secolo, la cultura enoica del territorio – quasi esclusivamente in mano al clero e alla nobiltà locali – continuò a migliorare conquistando, così, la meritata notorietà.
All’inizi del ‘900, purtroppo, i vini dello Jura erano oggetto di numerosi frodi e falsificazione tanto che l’allora segretario della società di viticoltura di Arbois – Alexis Arpin – ottenne, nel 1906, per i viticoltori di Arbois un certificato di origine che garantisse la provenienza dei vini tutelando, in tal modo, il marchio e la qualità del “Vin d’Arbois”.
Un altro fondamentale passo in avanti nella tutela e valorizzazione dei vini dello Jura fu compiuto negli anni 1936 e 1937, quando furono istituite quattro Appellation d’Origine Contrôlée (AOC), ovvero: Arbois, Château-Chalon, L’Étoile e Côtes du Jura.
Nonostante ciò, nel 1970, i vigneti rappresentavano solo l’8% della superficie agricola; oggigiorno, grazie alle importanti linee guida per lo sviluppo della vitivinicoltura, finalizzate a una costante crescita qualitativa, la superficie vitata a raggiunto i 2.080 ettari ancora ben lontani dai circa 20.000 ettari, presenti prima della arrivo della fillossera. È importante ricordare che alle quattro AOC del del 1936-37 sopra indicate – istituite su base geografica – se ne sono più recentemente aggiunte altre due legate al metodo di produzione, ovvero Macvin du Jura AOC (2011) e Crémant du Jura AOC (2011); infine, a queste è stata affiancata una settima AOC dedicata a un distillato, ovvero il Marc du Jura (2015).
Principali aspetti geografici e pedoclimatici dello Jura
Situata nella Francia orientale, la catena dello Jura si estende per circa 250 chilometri di lunghezza e 70km di larghezza, tra la Foresta Nera a nord e il Bas Dauphiné a sud, sotto forma di una mezzaluna montagnosa, la cui convessità è rivolta a nord-ovest. Il Massiccio, limitato ad ovest dalla pianura della Bresse e a est dal Bacino della Molassa svizzero, si estende – in Francia – sui dipartimenti del Doubs, del Giura, dell’Ain e su una parte dei dipartimenti dell’Alta Savoia e della Savoia.
Il Massiccio dello Jura francese può essere considerato suddiviso in due porzioni principali: lo Jura degli altipiani all’ovest – detto anche Jura esterno – e lo “Jura des crêtes” o interno.
Lo Jura esterno è costituito da due grandi altipiani, denominati Primo e Secondo Altopiano: il primo è situato più a ovest e raggiunge un’altitudine di 600-700m mentre il secondo – più a orientale – raggiunge una quota di 900-1.000m. I vigneti poggiano sui rilievi ai margini del primo altopiano, chiamato l’altopiano Ledoniano, e su un insieme di colline situate davanti a questo altopiano chiamata Revermont che ospita buona parte dei vigneti dello Jura.

Nel Revermont vitivinicolo è consuetudine riconoscere due principali zone: il bordo del primo altopiano dello Jura e la zona delle colline. Il bordo del primo altopiano è sormontato da uno strato di calcare duro risalente al Giurassico medio, che ricopre spessi depositi di marne e argille del Triassico e del Giurassico inferiore (Lias) mentre le colline, sulle quali manca la copertura di calcare giurassico, sono costituite da spessi depositi di marne e argille del Triassico e del Lias.
Alla base dei pendii e delle colline si trovano le formazioni triassiche costituite da strati di argilla e marne; tali formazioni sono ricoperte da altri depositi, costituiti da marne grigie e calcari, originatisi nel corso del Giurassico inferiore. In cima alle colline, come scritto, è presente la cornice calcarea giallastra del Giurassico medio i cui detriti calcarei ricoprono, a causa dell’erosione e della gravità, i più recenti sottostanti versanti collinari.
I suoli, nelle porzioni più ripide, sono sassosi, poco profondi e sono costituiti da una miscela di marne (marne rosse e verdi del Triassico, marne grigie del Giurassico inferiore), di argille e di ghiaioni calcarei provenienti dalla cornice calcarea mentre nella parti meno ripide o pianeggianti sono formati da una miscela di argille di differente struttura e consistenza.
A titolo di esempio, riporto i dati climatici di Arbois, importante e storica località vitivinicola, ove si riscontra una piovosità media annuale pari a 1188mm e una temperatura media annuale di 10,8°C. Il mese più caldo dell’anno è luglio, con una temperatura media di 19.2°C mentre nel corso del mese più freddo – gennaio – la temperatura media è pari a 1.8°C. Le precipitazioni sono distribuite in modo relativamente uniforme nel corso dell’anno tanto che la differenza tra i mesi più piovosi (novembre e dicembre) e quelli più asciutti (luglio e agosto) è di soli 50mm (Fonte Climate Data Org).
Lo Jura e i suoi vini
Lo Jura vitivinicolo
La zona di produzione dei vini dello Jura si estende lungo una fascia di circa 80km di lunghezza con orientamento tra sud-ovest e nord-est da Salins-les-Bains a Saint-Amour passando per Arbois, Poligny, Voiteur e Lons-le-Saunier. L’area vitivinicola comprende i territori di un centinaio di comuni e ospita circa 200 aziende vitivinicole. In quest’area, come scritto nelle righe precedenti, sono presenti sei AOC – Arbois, Château-Chalon, L’Étoile, Côtes du Jura, Macvin du Jura e Crémant du Jura; a queste deve essere aggiunta l’AOC dedicata al distillato di vinacce Marc du Jura.
Le Denominazioni
Arbois
Questa AOC si estende per 843ha sul territorio di 13 comuni; i vitigni autorizzati sono chardonnay, savagnin, poulsard, trousseau e pinot noir; le tipologie prodotte sono bianco, rosato, rosso, vin jaune e vin de paille. È la più antica AOC di Francia.
La zona geografica occupa il margine occidentale del massiccio dello Jura e appartiene alla regione naturale del Revermont che è limitata – a oriente – dal primo altopiano calcareo dello Jura stesso, con un’altitudine media di 550 metri, mentre a occidente raggiunge la pianura confinante con la fossa di Bresse. I vigneti sono allevati, generalmente con esposizione occidentale, su pendii marnosi o argillosi del Giurassico inferiore e del Triassico, dominati dalla possente cornice calcarea giallastra del Giurassico medio.

Château-Chalon
Questa AOC si estende nel territorio dei comuni di Château-Chalon, Domblans, Menétru-le-Vignoble, Nevy-sur-Seille con un’estensione complessiva di circa 50ha. Château-Chalon è dedicata alla produzione esclusiva del Vin Jaune esclusivamente da uve savagnin. Ricordo che questo vino è vinificato, in piccole botti parzialmente scolme, con ossidazione voluta e controllata anche mediante la formazione della voile, ovvero di uno strato di lieviti filmogeni che, analogamente a quanto succedere per molti vini di Xerez in Spagna o per la Vernaccia di Oristano DOC in Italia, limita il contatto del vino con l’aria. La permanenza del Vin Jaune nelle piccole botti deve protrarsi per non meno di sei anni e tre mesi – di cui almeno cinque sotto la voile – senza l’ouillage, ovvero senza l’aggiunta di altro vino nelle botti; per l’imbottigliamento deve obbligatoriamente essere utilizzata una particolare bottiglia da 62cl, detta clavelin. Le insolite tecniche di produzione di questo vino – e la sua lunga permanenza in legno – sono alla base della scelta della particolare capacità della clavelin: 62cl, infatti, corrispondono al volume risultante dall’affinamento di un litro di vino per sei anni senza l’ouillage.
I vigneti dai quali si ottengono le uve savagnin utilizzate per la produzione di AOC sono allevati su pendii costituiti da marne grigie del Giurassico inferiore, dominate dalla potente cornice calcarea giallastra del Giurassico medio; da queste imponenti falesie calcaree provengono i detriti che arricchiscono le marne sottostanti.
I vigneti sono situati a quote comprese tra 250 metri e 400 metri. L’orientamento dei pendii, compreso fra sud e sud-ovest, consente un’ottima insolazione e una protezione ottimale dei vigneti dai venti freddi provenienti da nord o da nord-est; i ghiaioni che ricoprono le marne contribuiscono, inoltre, al mantenimento del calore del suolo con evidenti vantaggi per le viti.

Côtes du Jura
Questa AOC si estende, da Salins à Saint-Amour, per circa 80km all’interno del Revermont coinvolgendo il territorio di 105 comuni e una superficie vitata di circa 600 ettari; vi si producono tutte le tipologie di vini fermi tradizionalmente prodotti nello Jura partendo da uve chardonnay, savagnin, poulsard, trousseau e pinot noir.
All’interno dell’AOC Côtes du Jura, i vigneti sono presenti, in modo discontinuo, su una fascia lunga 80 chilometri e larga tra i 2 chilometri e i 5 chilometri; le vigne sono principalmente esposte ad ovest e situate tra i 300 e i 450 metri di altitudine.
Nel complesso, la Cȏte du Jura occupa un complesso di colline allungate da nord a sud al di sotto del rilievo principale. La maggior parte dei vigneti occupa il versante e la base dell’altopiano, al di sotto dei boschi che ne risalgono i versanti.
Il calcare è presente ovunque; questa roccia, permeabile e solubile, è molto favorevole alla vite e, in particolare, ai vitigni del territorio. Sui pendii più prossimi all’altopiano, i terreni hanno una composizione piuttosto complessa, essendo costituiti da marne, argille e ghiaioni calcarei.
La zona beneficia di un clima oceanico fresco e senza problemi di siccità ed è caratterizzata da marcate influenze continentali: forti escursioni delle temperature annuali, con una media intorno di 10,5ºC, ed estati calde e umide. Le precipitazioni annuali superano i 1000mm e sono ben distribuite durante l’anno.

Crémant du Jura
Questa AOC rappresenta l’anima spumantistica dell’intero Jura vitivinicolo. In essa, infatti, si producono spumanti Metodo Classico a base chardonnay e savagnin – per i Crémant bianchi – e a base di poulsard, trousseau, pinot gris e pinot noir per quelli rosati; questi ultimi possono essere ottenuti sia tramite salasso sia tramite brevi macerazioni sulle bucce. L’affinamento sui lieviti in bottiglia non può essere inferiore ai nove mesi e la sovrappressione non può essere inferiore ai 3,5bar.
I vigneti di questa AOC occupano, in modo discontinuo, una fascia lunga circa di 80 chilometri e larga tra i due e i cinque chilometri; sono esposti, principalmente, verso ovest e situati a quote comprese tra i 300 metri e i 450m s.l.m. Le caratteristiche pedoclimatiche della sua area di produzione coincidono con quelle descritte per l’AOC precedente.

Macvin du Jura
Quest’ultima AOC è dedicata a una mistella, ovvero a un mosto fortificato al fine di impedirne la fermentazione; in taluni casi la fermentazione può avere inizio ma deve essere bloccata con un residuo zuccherino non inferiore ai 153g/l. Il Macvin du Jura può essere prodotto, all’interno dell’intero Jura vitivinicolo, sia bianco – da uve chardonnay e savagnin – sia rosato o rosso utilizzando uve pinot noir, poulsard e trousseau. Per la fortificazione deve essere utilizzata un’Eau de Vie de Marc originaire de Franche-Comté AOC prodotto dalla stessa Azienda nella quale deve essere prodotto il Macvin. Questi vini liquorosi devono essere affinati in legno di rovere per un periodo di almeno dieci mesi.
I vitigni
In quest’ultima parte dell’articolo saranno raccontati i vitigni tradizionali di questa affascinante regione francese. Data l’ampia diffusione dello chardonnay e poiché quasi certamente questo vitigno dovrebbe essersi originato in Borgogna, tale varietà non sarà inserita nelle righe che seguiranno; analoghe considerazione valgono, ovviamente, anche per pinot gris e pinot noir. Per un approfondimento sull’origine di alcuni dei vitigni in oggetto e, più in generale, delle principali varietà europee è possibile leggere un precedente articolo pubblicato su queste pagine.
Savagnin
Le sue origini sono da cercare tra la Francia nord-orientale e la Germania sud-occidentale, ovvero nella stessa area in cui si ritiene sia nato uno dei padri nobili del patrimonio ampelografico europeo, il gouais blanc; attualmente, il nome savagnin è utilizzato solo nello Jura. Un aspetto fondamentale da evidenziare è che questo vitigno a bacca bianca mostra un’enorme varietà clonale che dà vita a un gran numero di biotipi che comprendono sia forme neutre sia forme marcatamente aromatiche; tra queste ultime non si può non menzionare il gewürztraminer – o traminer aromatico – le cui origini devono essere, però, cercate in Germania.
Il savagnin apprezza in particolare le terre pesanti specie se originatesi da marne grigie; è un vitigno a maturazione tardiva che chiude la vendemmia nello Jura. È ricco di acidità e dà origine a vini potenzialmente molto longevi.

Poulsard

Antico vitigno a bacca nera originatosi nella Franche-Comté, il poulsard è stato per la prima volta menzionato nel 1386 sotto il nome di polozard. È un vitigno precoce nel germogliamento e, pertanto, assai sensibile alle gelate precoci. Questa varietà, in purezza, è capace di dar vita a vini di ottima qualità, assai profumati pur se non di particolare intensità cromatica o struttura. È noto anche con mutazioni a bacca bianca (p. blanc) o aromatica (p. noir musqué).
Il poulsard predilige le marne rosse e verdi del Triassico e suoli relativamente leggeri.
Trousseau

Vitigno a bacca nera, menzionato per la prima volta nel 1732, era un tempo ampiamente coltivato nella regione tra Poligny e Besançon. È un vitigno ampiamente coltivato anche in Spagna e Portogallo con vari nomi quali, ad esempio, bastardo, verdejo negro o merenzao. È una varietà vigorosa, con germogliamento precoce e un’elevata concentrazione di zuccheri negli acini quando il clima lo permette. I vini da esso ottenuti sono più carichi di colore rispetto al poulsard, di maggior struttura e caldi. Questo vitigno necessita di suoli leggeri e caldi, ricchi di argille a scaglie.